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Discrezione e concretezza.Gia’ la nazione. Insomma i greci hanno ancora una nazione, e un prelato va dal ministro e gli dice, questi sono i nostri beni e sono a disposizione della nazione. Il prelato ha detto al ministro di essere anche “molto ottimista sulle possibilita’ di cooperazione con la chiesa su strumenti pratici per alleviare le sofferenze dei piu’ bisognosi”.Il religioso ha detto infine che le trattative sono “molto costruttive” e ha promesso che “la chiesa continuera’ a combattere per la gente in questi momenti cruciali”.Parole semplici, fatti. E da noi? Un fiume di denaro va dallo stato alle confessioni religiose: ad es. cio’ che va alla Chiesa cattolica deve essere impiegato “per esigenze di culto della popolazione, sostentamento del clero, interventi caritativi a favore della collettività nazionale o di paesi del terzo mondo”.Di che cifre parliamo? Nel 2008 di 1002 milioni di euro (fonte Wikipedia, “Otto per mille”), che nel 1990 erano 398, ovviamente ripartite fra le varie religioni. Non conosco le proporzioni, ma e’ facile ipotizzare, dati i rapporti numerici, che vada quasi tutto alla Chiesa cattolica.Ora, quest’ultima ha anche un patrimonio immobiliare, infatti, secondo una stima di Franco Alemani del gruppo Re, si sa che «Il 20-22% del patrimonio immobiliare nazionale è della Chiesa». Si tratta di donazioni, lasciti (erano proibite nell’Ottocento in vari stati europei), e quindi spessissimo di rendite che vanno ad aggiungersi ai contributi dello Stato (perche’ l’8 per mille e’ sottratto alla fiscalita’ generale, non e’ qualcosa in piu’ che i contribuenti danno).Che fara’ la Chiesa, o le Chiese di fronte al grande debito nazionale e alle sofferenze che ci attendono?Tremonti intanto, in attesa che si faccia vivo qualcuno, sull’esempio della Grecia, si prende tutto quel riesce a prendere ai poveri risparmiatori. Ma di questo abbiamo parlato ampiamente e per ora soprassediamo
fonte:www.segnalazioni.blogspot.com
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