venerdì 8 giugno 2012

intercultura


Cittadinanza onoraria per 300 bambini della scuola ‘Di Donato’ all’Esquilino

Cittadinanza onoraria
A non considerarli italiani al 100% è solo la legge. Per il resto, sono connazionali a tutti gli effetti: nati da cittadini stranieri, frequentano una scuola nel centro di Roma, si appassionano per i calciatori del campionato di calcio, conoscono alla perfezione luoghi e tradizioni.

300 bambini dell'Istituto Di Donato all'Esquilino (scuola materna, primaria e media inferiore) un riconoscimento ufficiale però lo hanno finalmente ottenuto.

Hanno ricevuto dal presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, l'attestato di ‘cittadinanza onoraria’ e una copia della Costituzione italiana, iniziativa durante la quale, alla presenza del ministro per l'Integrazione e la Cooperazione, Andrea Riccardi, è stata rilanciata l’iniziativa della Provincia ‘L'Italia di chi nasce e di chi la ama’.

"Sono davvero contento e orgoglioso - ha detto Zingaretti -  di quest'iniziativa che permette a bambini provenienti da tutto il mondo di perfezionare la propria integrazione.  Dare a questi bambini la cittadinanza è un segnale che non bisogna predicare ma agire".

Per il Ministro Riccardi "Serve un cambio di mentalità che porti all'approvazione della legge sulla cittadinanza ai figli degli immigrati, e vedo che sta cambiando. Oggi la cultura è più matura e saggia ma non è stata ancora ricucita quella frattura tra Paese reale e Paese legale. L'integrazione dà energia vitale all'Italia e la presenza degli immigrati aiuta a fare comunità".
 
La legge italiana infatti non prevede il riconoscimento del diritto di cittadinanza per il semplice fatto di essere nati in Italia.

Una legge decisamente obsoleta, del 1991, infatti prevede l’attribuzione della cittadinanza per chi ha i genitori cittadini, mentre si è cittadino per nascita nei seguenti casi:

- il figlio di padre o madre cittadini

- chi è nato nel territorio italiano se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi, ovvero se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori secondo la legge dello Stato quale questi appartengono

- il figlio di ignoti trovato nel territorio italiano, se non venga trovato in possesso di altra cittadinanza.

La condizione giuridica dei bambini di origine straniera nati in Italia è così strettamente legata alla condizione dei genitori: solo se i genitori, dopo dieci anni di residenza legale, ottengono la cittadinanza, questa si trasmette ai figli. Altrimenti possono fare richiesta di cittadinanza solo al compimento del diciottesimo anno di età e non oltre il compimento del diciannovesimo.

A condizione, però, che siano in grado di dimostrare di aver vissuto ininterrottamente sul territorio italiano.

Senza rispettare questa condizione, cosa peraltro non semplice dal punto di vista burocratico, non otterranno la cittadinanza, con il rischio di essere considerati clandestini e l’obbligo di lasciare l’Italia.

Una riforma della legge sulla cittadinanza è necessaria, come auspicato anche dal Presidente della Repubblica.

7 Giugno 2012

mercoledì 6 giugno 2012

venerdì 1 giugno 2012

festa della repubblica



https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgglgI0kdUc-9JxYuwANQSwXrW8PEKXf8JNVx9LqvK9ABXaljMTDmPDlUWCzNOzQLYgjhbBOeCBHoRwq4rMSsNNqXo8DzLy5lR19C1nLROnxt5qnlCMBrLr1bpQxdpbRMovJfHbJpBA62TQ/s1600/La+costituente.tiffdomenica 3 giugno alle ore 17.00 nella sala delle conferenze del museo della resistenza di via tasso 145 a roma l'autrice patrizia pacini presenta "la costituente: storia di teresa mattei".

venerdì 4 maggio 2012

film Quasi Amici


TI TIRANO LE PIETRE


ANTISEMITISMO

 https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZKsywjmYCjktjMtE8V6MGSQ1HUrcfsieVT8qPaJaL6epXY6eg5Eu26B8AAZB0JrsycRPOzclHVypxYaPa0NY6X_po4C2_cBn4BTdKJR8ct7pp6SFUDWSZ6FuKGliAxesumHHVhYcr2H8/s400/Heidegger.jpg

 

Il caso Un saggio riapre la polemica sul filosofo tedesco filohitleriano, accusato di antisemitismo e «apologia dello sterminio»

Heidegger, genio razzista impenitente

Confessioni L' autore si sofferma sulle lettere rivelatrici indirizzate alla futura moglie Elfride


H eidegger è uno dei filosofi contemporanei di riferimento. Più di ogni altro suscita discussioni e continue prese di posizione. In Italia la traduzione degli scritti continua e un editore come Adelphi ha in catalogo una ventina dei suoi libri. Da poco sono usciti altri due titoli. Christian Marinotti ha pubblicato La storia dell' essere (pp. 206, 22), un volume che contiene pagine risalenti agli anni 1938-40; mentre Quodlibet ha appena edito la Fenomenologia dell' intuizione e dell' espressione (pp. 192, 24), vale a dire il corso del semestre estivo che il filosofo ha tenuto a Friburgo nel 1922. Ma c' è un terzo libro che riguarda Heidegger: è il volume che ha fatto discutere nel 2005 e che oggi esce tradotto anche in italiano. Si tratta del saggio di Emmanuel Faye, professore di filosofia moderna e contemporanea a Rouen, dal titolo Heidegger, l' introduzione del nazismo nella filosofia. Lo pubblica l' editrice «L' asino d' oro» di Roma ed è stato curato da Livia Profeti (pp. 544, 30). Della prefazione al testo italiano dello stesso Emmanuel Faye (da lui scritta lo scorso marzo), di una ventina di pagine, viene qui dato uno stralcio che ben illustra il contenuto del saggio. L' autore ribadisce tra l' altro, in questo suo contributo, il razzismo del celebre pensatore nei corsi dal 1927 al 1934; dedica un paragrafo all' «apologia dello sterminio nell' autunno del 1941», analizza le responsabilità dello stesso Heidegger per la diffusione del nazismo e si sofferma sulle lettere alla futura moglie Elfride. Sin dal 1916, sottolinea Faye, ci sono prove del suo antisemitismo. La curatrice, Livia Profeti, chiarisce nella sua nota le ragioni dell' edizione de «L' asino d' oro». Tra esse, ricorda, «si è voluto offrire ai lettori la possibilità di ritrovare facilmente quelle affermazioni razziste e pro-naziste anche nelle traduzioni italiane delle opere di Heidegger, dove spesso il loro reale significato è difficilmente riconoscibile». Nota, per esempio, che il termine Vernichtung è stato reso con annientamento; invece Zucht e Züchtung, già presenti in Nietzsche e da lui utilizzati in senso allegorico, sono stati intesi rispettivamente come ammaestramento e selezione, giacché in Heidegger «non c' è alcuna opposizione tra biologia ed educazione». Del saggio di Faye è stata tradotta la seconda edizione, uscita in Francia nel 2007. Le modifiche, per lo più riguardanti un aggiornamento inevitabile per le continue pubblicazioni di e su Heidegger, sono state concordate con l' autore, che a sua volta è intervenuto tra le edizioni del libro. Quella italiana, in particolare, ha tralasciato solo due paragrafi non riguardanti direttamente il filosofo tedesco. Non mancano comunque le pagine con osservazioni puntute su Carl Schmitt, Alfred Baeumler, Erik Wolff, Ernst Jünger. RIPRODUZIONE RISERVATA
Torno Armando
Pagina 41
(3 maggio 2012) - Corriere della Sera

ARCHIVIOcronologico

giovedì 3 maggio 2012

uomini che uccidono le donne

Nei giorni della strage di donne (54 dall’inizio dell’anno) pubblichiamo una intervista allo psichiatra Massimo Fagioli uscita su left del 16 luglio 2010. Anche allora era allarme per il “femminicidio” in Italia.
 «Via lei, via il dolore», «morta lei, starai bene», «ti ho picchiata, lo meritavi». In questo mese non c’è giorno in cui i media non raccontino di un “delitto passionale”, descrivendolo come una dose eccessiva di insana passione, adoperando spesso il termine di raptus quando l’omicidio appare totalmente illogico. “Un impulso irresistibile”. Chiara, Cristina, Debora, Eleonora, Katerina, Maria, Michelina, Roberta, Simona, Sonia… questi i nomi di donne uccise, in meno di un mese e mezzo, da mariti, ex fidanzati o semplici corteggiatori rifiutati in quest’inizio estate di follia. Il movente? La conclusione di relazioni amorose, il rifiuto. I commenti? Sempre gli stessi, l’incredulità nella gente anche, la normalità descritta agghiacciante, la cultura dominante spaventosa. Quella che porta a parlare di eccesso di amore e a distinguere per esempio l’emozione dalla passione sostenendo che quest’ultima è «stato affettivo violento che predomina l’attività psichica sì da comportare alterazioni della condotta che può diventare del tutto irrazionale per difetto di controllo»(Ferracuti). Ma questa è storia veramente vecchia. Pathos viene dal greco πάσχειν, letteralmente “sofferenza” o “emozione” (ma anche affetto o esperienza) e indicava una delle due forze che regolano l’animo umano secondo il pensiero greco. Il pathos si oppone al logos, che è la parte razionale, e corrisponde alla parte irrazionale dell’animo. Dunque già per gli antichi greci questa “forza emotiva” indicava tutti gli istinti irrazionali che legano l’uomo alla sua natura animale e gli impediscono di innalzarsi al livello divino. Concezione che ha portato all’assurdo culturale che in fondo non si tratterebbe di malattia mentale ma semplicemente di una normale e accidentale emersione di dimensioni assassine proprie di tutti noi, tenute a bada per una vita grazie alla ragione. Pensate all’assurda storia del “delitto d’onore” legittimato dal nostro Codice penale fino al 1981. Se un uomo uccideva la propria moglie adultera al fine di salvaguardare l’onore veniva sanzionato con pene attenuate rispetto all’analogo delitto di diverso movente. L’onore era considerato un “buon” movente. Inevitabile allora, volendo analizzare fino in fondo questo fenomeno che si presenta come un aumento progressivo della violenza maschile nei confronti delle donne, rivolgersi a esperti per chiarire da dove nasce tanta violenza omicida.
Professore, 14 donne uccise negli ultimi quattro mesi, 9 in meno di un mese. Siamo in presenza del vecchio delitto passionale, quello “d’onore” del codice Rocco, o c’è un equivoco di fondo e si tratta di altro?
A mio parere, a monte c’è un’idea precisa e cioè che il delitto, l’assassinio non è di per sé malattia mentale, anzi fa parte della natura umana. C’è la vecchia idea non vecchia, ancora attuale, che l’uomo è per natura violento, assassino e distruttore. Idea che nasce da questa mostruosa fusione tra il dogma del peccato originale per cui l’uomo nasce cattivo perché siamo tutti figli di Caino e l’idea greca che sotto la ragione, cioè il pensiero della veglia e della coscienza, c’è l’animale, la bestia. Bestia che durante l’Illuminismo è diventata pazzia, mentre prima era solo animalità, mancata realizzazione umana.
Dietro ognuno di questi delitti c’è più o meno la stessa scena: te ne vai? E io ti ammazzo. Perché meglio morta che con un altro. L’assassino è quasi sempre il marito, il fidanzato, il convivente, l’amante. Qual è la natura della debolezza maschile?
Nella quasi totalità sono uomini che uccidono le donne. Per prima cosa, bisogna andare a fondo, non si tratta di amore passionale. È un rapporto che sembra di amore ma in realtà è un’attrazione intrisa di odio e confusione, specificatamente tra un uomo e una donna. Alcuni miei colleghi dicono che non è malattia mentale. Io non sono d’accordo, è malattia mentale. Si può dire che non è malattia mentale fino a quando per malattia mentale si intende il disturbo della coscienza e del linguaggio articolato. Sono cinquant’anni che lavoro per portare la psichiatria a occuparsi di quello che non è coscienza e linguaggio articolato, di tutto quel mondo detto inconscio di cui la psicoanalisi ha tentato di occuparsi per non occuparsene, per dire che tutto è inconoscibile. La cosa che abbiamo scoperto invece è che la visione dell’essere umano diverso, in questo caso la donna, fa riecheggiare, fa muovere dentro memorie confuse, indefinite riconducibili al primo anno di vita, quando ognuno di noi era diverso da quello che è adesso. Non parlava, non camminava, non aveva coscienza e linguaggio articolato… era tutto un mondo e un pensiero di immagini in cui si svolge il primo rapporto, assolutamente vitale, con una donna, in genere la madre. Poi tutto questo si perde, si dimentica e così quando si fa questo innamoramento per il diverso da sé e poi avviene quella realtà precisa, possiamo dire triste ma anche molto realistica dal momento che la vita è lunga, della separazione, del lutto nella persona “sana” questo dovrebbe produrre al più tanta tristezza, magari la chiamata in soccorso degli amici che ci consolano e poi l’elaborazione della separazione.
In questi casi non avviene, la separazione scatena una violenza omicida.
Questi assassini, magari coscientemente uguali agli altri, e dunque per i giudici capaci di intendere e di volere, sono gravemente ammalati nell’inconscio e di fronte a questa separazione, alla perdita di questo primo anno di vita, impazziscono perché quella donna, per esempio nel caso di Eleonora Noventa, la ragazza di 16 anni, gli rappresenta il bello del primo anno, dell’infanzia. La perde? Diventa totalmente pazzo perché la sua realtà non ha fantasia, non ha immagini.
E la donna da uccidere a quel punto cosa diventa?
Diventa la cattiva, la madre persecutrice. Quella che effettivamente può essere stata quando era bambino, magari una madre anaffettiva. Mi piace sempre ricordare Family life, quel film inglese del 1971 diretto da Ken Loach nel quale si vede perfettamente come sia la madre che determina la schizofrenia della figlia con il suo comportamento dissociato, con quel dire e non dire insieme. E quindi uccide, perché la causa della sua pazzia diventa questa donna, anche se in verità non c’entra niente, perché in origine è stata la madre a farlo impazzire. Quando invece una persona è sana, di fronte alla separazione rielabora e si mette a fare una realizzazione narcisistica dell’io con intelligenza e fantasia, come fece per esempio Henrik Ibsen con Emily.
Secondo lei, le donne possono cogliere dei segnali prima? È quindi possibile una qualche forma di prevenzione?
Sì, certamente. Le donne devono ritrovare quella sensibilità che fa vedere quello che c’è oltre un buon comportamento, come anche oltre a delle parole d’amore. Bisogna andare oltre quel discorso falso e ipocrita che per esempio ti fa dire “io amo tanto le donne” quando non è vero per niente. Così in una dichiarazione d’amore e in un comportamento apparentemente di corteggiamento a volte c’è la violenza. C’è anche una legge, per l’appunto, quella sullo stalking. Sembra che un uomo corteggi ma in realtà si prepara a uccidere la donna, e le donne dovrebbero capirlo. C’è questo mondo nascosto a fronte di un comportamento sociale magari ineccepibile che va compreso, non si può pensare che siamo tutti buoni. Bisogna imparare che sotto c’è un inconscio, una realtà opposta al comportamento.
Professore, il problema è anche culturale? La donna è sempre stata considerata un essere inferiore, difettivo.
Questa è la grande tragedia storica, alle donne non è stato mai permesso di essere, non è stato mai permesso di essere esseri umani, non è stato mai permesso di realizzare l’intelligenza, salvo nell’ultimo mezzo secolo nel quale si è comunque accettata al massimo un’intelligenza produttiva. Ma la fantasia, indispensabile per orientarsi nei rapporti interumani, non gli è stata mai permessa. La fantasia e l’arte non è stata mai della donna. Questa famosa identità come ragione, questa storia del peccato originale ha escluso la donna dalla categoria degli esseri umani; ha conquistato dei diritti civili ma di fatto la donna non esiste.

mercoledì 18 aprile 2012

il volto sconosciuto della psichiatria- errori e orrori

Mostra multimediale: Il volto sconosciuto della Psichiatria

Arriva a Roma la mostra multimediale: "Il volto sconosciuto della Psichiatria".
La mostra, che per la seconda volta viene esposta ai cittadini romani, si presenta aggiornata con i contenuti speciali "Appunti e riflessioni sul movimento di riforma in Italia".
Mostra psichiatria Roma

mercoledì 4 aprile 2012

test dna - padri e madri?

Repubblica 3.4.12
La corsa dei padri al test del Dna sui figli
"Ditemi se questo è mio figlio" corsa dei papà al test fai-da-te
Boom di esami del Dna. E in un caso su cinque il genitore è un altro
di Fabio Tonacci
FONTE WWW.SEGNALAZIONI.BLOGSPOT.COM 

latino americano

Un latinoamericano fra tradizione e contemporaneità di Alfredo Sosabravo

  • data inizio: 11/04/2012
  • data fine: 29/04/2012
Nell’ambito di Primavera Latinoamericana, iniziativa promossa e organizzata dall'IILA - Istituto Italo-Latino Americano in collaborazione con le Ambasciate dei Paesi membri, Zètema e Roma Capitale, mercoledì 11 aprile alle ore 18 presso La Pelanda in piazza Orazio Giustiniani, 4 (Ex Mattatoio di Testaccio) si terrà l'naugurazione della mostra Un latinoamericano fra tradizione e contemporaneità dell’artista cubano Alfredo Sosabravo, a cura di René Palenzuela, in collaborazione con l’Ambasciata di Cuba in Italia. La mostra sarà aperta fino al 29 aprile. Ingresso gratuito.


Alfredo Sosabravo
Nato nel 1930, Sosabravo è ceramista, pittore, incisore, scultore di rilievo nella storia dell’arte cubana. Come afferma lo stesso artista: “Nei miei colori c’è ottimismo, positività, fiducia verso l’essere umano”: un modo di essere cubano, latinoamericano e contemporaneo; un modo di esprimersi nel presente senza dimenticare il passato e la tradizione.


La Pelanda
piazza Orazio Giustiniani, 4

Orario mostra:
martedì – venerdì, dalle 15.00 alle 23.00
Sabato, domenica e festivi, dalle 11.00 alle 23.00

lunedì 2 aprile 2012

FOSCO MARAINI

Fosco Maraini

mostra fotografica a firenze nel palazzo medici riccardi via cavour 2 fino al 30 aprile 2012

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Fosco Maraini & Famiglia.jpg
Fosco Maraini (Firenze, 15 novembre 19128 giugno 2004) è stato un etnologo, orientalista, alpinista, fotografo, scrittore e poeta italiano.

Indice

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Vita [modifica]

I componenti della spedizione al Gasherbrum IV del 1958. Fosco Maraini è il primo in piedi a destra
Nacque il 15 novembre 1912 dallo scultore Antonio Maraini (1886-1963), di antica famiglia ticinese, e dalla scrittrice Yoï Crosse (1877-1944), di padre inglese e madre ungherese di origine polacca.
Bilingue italo-inglese fin dalla nascita, crebbe e si formò nell'ambiente intellettualmente vivace proprio del suo nucleo familiare e della Firenze degli anni 1920 - 1930. Nel 1934, spinto dalla sua immensa curiosità nei confronti dell'Oriente, si imbarcò sulla nave Amerigo Vespucci come insegnante di inglese, visitando l'Africa del Nord e l'Anatolia. Nel 1935 sposò la pittrice siciliana Topazia (n. 1913), dell'antica famiglia Alliata di Salaparuta, principi di Villafranca, da cui ebbe le tre figlie Dacia (Fiesole, 1936), Yuki (Sapporo, 1939 - Rieti, 1995) e Toni (Tokyo, 1941).
Maraini si laureò in Scienze Naturali e Antropologiche all'Università degli Studi di Firenze. Nel 1937 raggiunse l'orientalista maceratese Giuseppe Tucci, che conosceva assai bene sanscrito, tibetano, hindi, nepali, bengali e altre lingue asiatiche, in una spedizione in Tibet, alla quale ne sarebbe seguita un'altra undici anni più tardi, nel 1948. Da tale esperienza scaturì la grande passione che lo portò a dedicarsi allo studio delle culture e dell'etnologia orientale e a scrivere Segreto Tibet.
Prima della seconda guerra mondiale, Maraini si trasferì in Giappone, dapprima nel Hokkaidō, a Sapporo, e poi nel Kansai e a Kyōto, come lettore di lingua italiana per la celebre università locale. L'8 settembre 1943 si trovava a Tokyo e rifiutò, assieme alla moglie, di aderire alla Repubblica di Salò. Venne quindi internato in un campo di concentramento a Nagoya con tutta la sua famiglia. Durante la prigionia compì un gesto d'alto significato simbolico per la cultura giapponese: alla presenza dei comandanti del campo di concentramento si tagliò il mignolo della mano sinistra con una scure. Non ottenne la libertà, ma una capretta ed un orticello permisero alla famiglia Maraini di sopravvivere. Finita la guerra tornò in Italia, per poi ripartire verso nuove mete quali il Tibet, Gerusalemme, il Giappone e la Corea.
Mappa di Kyoto, da Meeting with Japan di Fosco Maraini, p. 204
Conosciuto per i suoi numerosi lavori fotografici in Tibet e in Giappone, Maraini fotografò le catene del Karakorum e dell'Hindu Kush, l'Asia centrale e l'Italia in generale; fu insegnante di lingua e letteratura giapponese all'Università di Firenze e uno dei massimi esperti di cultura delle popolazioni Ainu del Nord del Giappone.
Maraini si cimentò anche nella composizione poetica, utilizzando la tecnica da lui definita metasemantica, di cui è un esempio l'opera Gnosi delle fànfole.
Noto anche come alpinista, svolse la sua attività principalmente nelle Dolomiti, dove compì le sue prime ascensioni con Emilio Comici, Tita Piaz e Sandro del Torso. Partecipò inoltre ad alcune importanti spedizioni del Club Alpino Italiano: quella del 1958 al Gasherbrum IV (7980 m, nel Karakorum, Pakistan), guidata da Riccardo Cassin, e quella del 1959 organizzata dalla sezione di Roma del CAI al Saraghrar Peak (7350 m, nell'Hindu Kush, Pakistan), guidata da Franco Alletto e Paolo Consiglio. Su entrambe le spedizioni scrisse un libro: Gasherbrum 4, Baltoro, Karakorum e Paropamiso (vedi la sezione dedicata alle opere).
Dopo aver divorziato da Topazia Alliata, nel 1970 sposò in seconde nozze la giapponese Mieko Namiki, con la quale visse a Firenze, nella villa paterna di Torre di Sopra, presso il Poggio Imperiale, lavorando alla sistemazione del suo archivio fotografico e dei suoi moltissimi libri rari.
È morto nel giugno del 2004, con la volontà di essere seppellito in un piccolo cimitero della Garfagnana.

letterati scrittori giornalisti professori universitari....

Antonio Tabucchi

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Antonio Tabucchi
Antonio Tabucchi (Pisa, 24 settembre 1943Lisbona, 25 marzo 2012) è stato uno scrittore italiano.
Legato da un amore viscerale al Portogallo, è stato il maggior conoscitore, critico e traduttore dell'opera dello scrittore Fernando Pessoa dal quale ha attinto i concetti della saudade, della finzione e degli eteronimi.
Tabucchi conosce l'opera di Pessoa negli anni sessanta, durante le sessioni che frequenta alla Sorbona, ne rimane talmente affascinato che, tornato in Italia frequenta un corso di lingua portoghese per comprendere meglio il poeta.
I suoi libri e saggi sono stati tradotti in 18 paesi, compreso il Giappone. Con María José de Lancastre, sua moglie, ha tradotto in italiano molte delle opere di Fernando Pessoa, ha scritto un libro di saggi e una commedia teatrale su questo grande scrittore.
Ha ottenuto il premio francese "Médicis étranger" per Notturno indiano e il premio Campiello per Sostiene Pereira.

venerdì 23 marzo 2012

amore e psiche

 http://www.artesuarte.it/images/675/galleria/675B6051.jpg

 

La favola di Amore e Psiche. Il mito nell’arte dall’antichità a Canova

(16 marzo - 10 giugno, 2012, a Roma)

Al termine dei lavori di restauro del fregio di Perin del Vaga che raffigura la storia di Amore e Psiche in Castel Sant’Angelo, si è voluto dedicare una mostra a una delle favole più affascinanti dell’antichità, Amore e Psiche. La rassegna, curata dal direttore del Museo di Castel Sant’Angelo, Maria Grazia Bernardini, e da Marina Mattei, curatore archeologo dei Musei Capitolini, per la parte archeologica, presenta circa un centinaio di opere provenienti da musei italiani e stranieri.
La favola di Amore e Psiche, narrata da Apuleio nell’Asino d’Oro, ha ispirato grandi capolavori dall’antichità ai giorni nostri, in particolare nell’alto Rinascimento e nel Neoclassicismo: il ciclo di Raffaello nella Loggia della Farnesina, voluta dal ricco banchiere Agostino Chigi, il ciclo di Giulio Romano nel Palazzo Te a Mantova, il delicato fregio di Perin del Vaga a Castel Sant’Angelo, richiesto da papa Paolo III, e le sculture canoviane dedicate al mito di Psiche.
La favola narra la storia della giovane Psiche, che per la sua straordinaria bellezza scatena la terribile gelosia di Venere, la quale, inconsapevolmente provoca l’innamoramento tra Psiche e Cupido. Superate le terribili prove richieste dalla dea, Psiche giunge all’Olimpo, dove convola a nozze con Amore. Psiche in greco vuol dire respiro vitale, soffio, simboleggiato dalle delicate ali della farfalla, e quindi la storia di Psiche è anche la storia dell’anima umana che deve affrontare terribili traversie per raggiungere la sfera divina.
L’esposizione, che prende avvio dal ciclo di Perin del Vaga che decora il fregio di una delle salette dell’appartamento di Paolo III a Castel Sant’Angelo, intende illustrare, attraverso dipinti, disegni, sculture, incisioni, arazzi e terracotte, i patimenti dell’anima e le prove da superare alla ricerca di Amore divino.
Si suddivide in quattro sezioni: la prima, Le radici del mito, le personificazioni di Eros e Psiche, i patimenti dell’anima, la coppia divina, il bacio e la fabula di Apuleio indaga sull’origine del mito; nella seconda sezione, La fortuna della Favola di Amore e Psiche nel Rinascimento, dipinti, sculture, ceramiche, disegni e incisioni, documentano la grande diffusione che ebbe il tema nella prima metà del Cinquecento, soprattutto nei grandi cicli ad affresco; nella terza sezione, La scena della lampada: il fascino irresistibile di Amore misterioso, si presentano le opere più importanti e significative del secolo XVII; la quarta sezione, Il revival romantico della favola nel Neoclassicismo, indaga il periodo tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento, durante il quale la favola di Psiche ebbe nuovamente grandissima diffusione letteraria e figurativa.

LA FAVOLA DI AMORE E PSICHE
Il mito nell'arte dall'antichità a Canova
Quando: 16 marzo - 10 giugno 2012
Dove: Roma, Museo di Castel Sant'Angelo - Lungotevere Castello, 50
Orario: Martedì/domenica 9.00 – 19.30. Chiuso lunedì; la biglietteria chiude alle 18.30
Biglietto: intero 8,50 euro

martedì 20 marzo 2012









La Stampa 19.3.12
Mona Eltahawy: il mio corpo era diventato piazza Tahrir
Parla la scrittrice e giornalista egiziano-americana che ha vissuto sulla sua pelle e raccontato sui social network i giorni caldi della rivoluzione
di Marco Bardazzi
FONTE WWW.SEGNALAZIONI.BLOGSPOT.COM DEL 20.3.12
 http://contracorriente.ilcannocchiale.it/mediamanager/sys.user/106912/razzismo.jpg
 
 
l'Unità 20.3.12
«Io senegalese dico: è il razzismo il male più grande»
La vedova di uno degli ambulanti africani uccisi
a Firenze lo scorso dicembre non ha mai sentito parlare di nazismo: «Ma io so che l’Europa non è solo questa»
di Mariagrazia Gerina

La Stampa 20.3.12
“Non vedevo Modou da 13 anni Il razzismo me l’ha ucciso”
Strage di senegalesi a Firenze, parla una vedova: “Mi sento tradita dall’Italia”
di Guido Ruotolo

il Fatto 20.3.12
Storie dimenticate
Tunisia, i 3300 libici disperati del campo profughi
di Roberta Zunini
www.segnalazioni.blogspot.com del 20.3.12

giovedì 8 marzo 2012

DONNE

 http://www.cestas.org/wordpress/wp-content/uploads/2012/02/Donne-arabe-al-computer.jpg

La Stampa 8.3.12
Anche noi arabe vogliamo sentire il vento di libertà"
L’appello esce oggi sui sei grandi quotidiani partner dell’iniziativa "Europa"
qui segnalazione di Noemi Ghetti
La Stampa 8.3.12
Quelle mille donne che hanno fatto fiorire la primavera araba
Il testimone del cambiamento in pochi mesi è passato  nelle loro mani
di Lucia Annunziata

La Stampa 8.3.12
Ebadi: il carcere non piegherà le attiviste iraniane
Iraniana, nel 2003 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace
 
La Stampa 8.3.12
Intervista. La Nobel yemenita “La rivoluzione qui non è finita”
Tawakul Karman: faremo una nuova nazione
di François-Xavier Trégan
il Fatto 8.3.12
Mille anni di martirio
Storia dei crimini a Homs la Srebrenica siriana
di Robert Fisk


fonte: WWW.SEGNALAZIONI.BLOGSPOT.COM

venerdì 2 marzo 2012

ciao lucio

ci sono persone nella storia che ci hanno lasciato opere meravigliose che ancora oggi dopo secoli le apprezziamo, anche lucio ci ha lasciato tantissime canzoni che dureranno in eterno. michelangelo, picasso, raffaello, leonardo da vinci tanti personaggi sono passati e hanno lasciato una bellissima eredità da spartire con tutti ricchi e poveri.
ci sono altre persone che non lasciano niente, altre poco, altre non sono ricordate per niente, altre lasciano molto ma non sono ricordate, altre non lasciano niente ma sono tanto ricordate.

grazie lucio ci hanno lasciato tanto

ciao lucio

domenica 26 febbraio 2012

san remo 2012...la solita minestra oppure peggio?

che tristezza vedere come è stato rappresentato san remo 2012, come sempre la donna deve passare solo per il corpo infatti tutti ricordano la farfallina, la donna=corpo, l'uomo razionale doveva fare i sermoni deliranti di celentano, il potere di usare minuti preziosi televisivi per dire sempre agli "altri" come si deve fare... uomo=ragione//donna=corpo è secoli che è così come mai è così difficile trasformarsi? meno male che c'è geppi che qualcosa in testa ha...
azzurra

joyce lussu


seconda parte joyce lussu - donna atea

Ci vuole anche il terrorismo psicologico. E allora assieme all'istituzione militare sorgono le religioni, ossia il concetto di un superpadrone, che è mandato dalla metafisica, cioè oltre la natura, al di là della nostra dimensione. Chiaramente, essendo al di là della nostra dimensione, ci puoi mettere quel che vuoi e inventarlo come ti pare: non ci sono controlli, verifiche, possibilità di riportarlo ad una dimensione umana. Il Mistero è l'assoluto Potere. Sorgono insieme questi due aspetti delle società oligarchiche e squilibrate che prendono la prima forma di società schiavistica. Da un lato il professionalismo e la continuità della violenza organizzata, dall'altra il terrorismo psicologico dato dall'invenzione di un Superpotere, di cui le oligarchie si autonominano rappresentanti, mettendo sulla loro testa, oltre al potere economico, militare, sociale, anche un superpotere misterioso, onnipotente, terrificante.

La religione ha sempre questa caratteristica di inventarsi un superpotere, al di là della nostra dimensione, assolutamente inventato e manipolabile, che penetra nelle coscienze di queste maggioranze continuamente spaventate, aggravando la loro espropriazione, la loro impossibilità di crescere, di conquistarsi una loro autonomia e dignità.

Le religioni iniziano col divinizzare quello che è il supremo capo della società, poi dilagano nell'impensabile e nell'infinito creando al di sopra delle nostre teste, della nostra vita, della nostra comprensione possibile, dei superpoteri a cui non si può resistere.

Nel mondo antico, sussistono accanto alle divinizzazioni anche degli spazi per un residuo di culture popolari, animistiche. Poi, dal sesto secolo avanti Cristo suppergiù, sino a epoche veramente recenti, appaiono le grandi religioni. Noi, qui, da queste parti del mondo abbiamo a che fare con l'insorgere d'una religione monoteista, strettamente verticistica, con un potere assoluto che è raccolto in un solo simbolo, senza niente accanto, e che ha sull'umanità questo potere, terrificante perché è soprattutto un potere punitivo. Se tu mi preghi, va bene, ti lascio campare, se tu non mi preghi ti distruggo.

Anche durante la guerra del Golfo, ciascuno pregava il suo particolare Dio, perché chiaramente tutti questi dei che ci sono nel mondo non si possono mai mettere d'accordo, fare un "sindacato" e dire "mo', vediamo un po'". Perché ciascuno deve dichiarare di se stesso che è unico, che è quello vero, e che gli altri sono finti e delinquenti. Qui sta la legittimazione della distruzione di chi non riconosce il vero Dio, che va pregato.

Durante la guerra del Golfo, vedevamo Bush che si precipitava nella chiesa episcopale, la Thatcher in quella anglicana, Saddam Hussein nella moschea, Shamir nella sinagoga: tutti pregavano il loro Dio di cosa? E cos'è questo Dio che si fa pregare? Se egli avesse il potere di far cessare un macello perché non lo fa subito senza farsi pregare? Cos'è questa preghiera? "Ah, se mi preghi abbastanza forse lo faccio, ma poi se non mi va non lo faccio". Mi ricordo le preghiere d'una signora, moglie d'un notabile cattolico democristiano, durante la guerra. Una brava donna, simpatica, che una mattina arriva da me tutta felice e dice "il Signore ha ascoltato le mie preghiere". Perché era stato bombardato un quartiere di Roma quella notte, e la bomba, invece di cadere sulla sua casa era caduta accanto. Poi ho saputo che era caduta su un asilo di bambini alle ore nove del mattino, ammazzando trenta bambini. Questa signora ringraziava il Signore perché aveva fatto la grazia a lei, e non l'aveva fatta cadere sulla sua casa. Questo è il pregare. Pregare è chiedere una grazia per te o per il tuo clan o per i tuoi simili ma certamente non per tutti, perché evidentemente ciò non sarebbe possibile.

Le religioni inoculano questi principi estremamente gravi per i processi d'incivilimento della specie umana e per il suo rapporto con la natura: il fatto che ci sia un potere assoluto, che non si discute, paterno e maschile (le donne non c'entrano), e che in nome di questo potere si abbia il diritto di sacrificare coloro i quali si oppongono. E' la legittimazione del sacrificio umano. Leggendo il Vecchio Testamento si vede ciò. La strage dei Madianiti, Mosè che dice "andate a distruggere i Madianiti che non riconoscono il vero Dio e meritano di essere eliminati dalla faccia della terra". Quelli partono, vanno e ammazzano quasi tutti, poi tornano e dicono "abbiamo risparmiato qualche neonato e qualche vergine perché ci sembrava che in fondo le distruzioni fossero sufficienti", e Mosè dice "no, ritornate, ammazzate fino all'ultimo neonato, fino all'ultima vergine, perché la razza dei Madianiti deve essere eliminata dalla faccia della terra perché non riconosce il vero Dio".

Ero a Marsiglia nel '42, un anno molto buio, pareva proprio che il nazismo con tutti i suoi alleati potesse predominare il mondo; noi dimentichiamo spesso che il nazismo non era una malattia particolare del popolo tedesco, una patologia episodica e strana, ma una conseguenza logica dei principi e dei simboli della civiltà occidentale; infatti Hitler aveva moltissime complicità, pensate che tutti i governi cattolici negli anni '30 erano filonazisti, che il discorso più infiammato di esaltazione del nazismo ("finalmente abbiamo un baluardo che difende il mondo cristiano e occidentale dalla barbarie che viene dall'Est"), fu pronunziato da Pacelli, allora nunzio apostolico a Budapest, quando Hitler, nel Gennaio del '33, andò al potere. Non solo, i cattolici irlandesi, preparavano i punti di sbarco per i nazisti in Inghilterra; ora, la Thatcher non è un granché ma sempre un po' meglio di Hitler.

Tutti i movimenti islamici erano filonazisti, in odio a Francia e Inghilterra che col loro colonialismo efferato avevano creato tali stragi e tali orrori nel Medio Oriente e in altre parti del mondo. La Turchia era filonazista come Stato, ma lo erano anche tutti i movimenti dalla Siria al Marocco, persino i palestinesi.

D'altra parte le grandi potenze colonialiste, tipo Francia e Inghilterra, che si battevano contro il nazismo, e come oggi parlavano di diritti dell'uomo, in realtà lo facevano per difendere degli imperi coloniali ancora vastissimi, e se la prendevano con Hitler soprattutto perché faceva nel cuore dell'europa quello che loro avevano fatto da tre secoli negli altri continenti.

Queste potenze colonialiste che si dichiaravano contro Hitler, in realtà partecipavano degli stessi simboli, degli stessi modelli, degli stessi principi. A Marsiglia incontrai un vecchio ebreo, che veniva dalla Polonia (era molto provato), che mi diceva "i miei correligionari si dimenticano di rileggere -Mein Kampf-, perché vi troverebbero dentro tutto il Vecchio Testamento". Infatti, dal sacrificio d'Isacco, alla strage dei Madianiti, dalla razza eletta al Dio degli Eserciti, c'è praticamente tutto. Sembra che -Mein Kampf- (ora ci sono anche le prove di questo) dato che Hitler non era molto versato nelle lettere, sia stato scritto in collaborazione con un frate cappuccino bavarese.

Allora, dobbiamo andare a fondo in queste cose, conquistare un minimo di coerenza; non possiamo fare abitare nella nostra mente dei principi inconciliabili. Quando vado nelle scuole, spiego ai ragazzi che fare la cresima o la comunione non è una cosa innocente: è una complicità con le stragi degli Indios in Amazzonia. Non è difficile dimostrarlo.

In questo mondo, ormai tutto "effervescente" grazie ai mass media, all'aumento enorme dell'informazione e della comunicazione che c'è,... nel mondo tutto in fermento su quelli che sono stati simboli e modelli indiscussi per tanto tempo, e che adesso vengono messi in discussione, bisogna cercare di conquistare un minimo di coerenza nel nostro modo di pensare e di agire.

Come donna devo dire che c'è un bel po' da fare, perché la complicità dei vari poteri e delle varie culture con un lungo assoggettamento che poi ha avuto nella caccia alle streghe il suo momento più efficiente, non è che sia del tutto cancellata o che sia diventata molto diversa. Basta accendere la televisione per vedere schieramenti di maschi, che decidono delle nostre sorti dal punto di vista militare, politico, economico. Se c'è una donna presente, è sempre stata prescelta dai maschi e non rappresenta certo le donne rimaste nelle case e per le strade, ma solamente l'accettazione d'un modello maschile dato che altro mezzo non c'è per arrivare al potere.

Allora riflettiamo su quella che è stata l'azione di tutte le religioni in questi tre ultimi millenni, perché in realtà questi fenomeni si sono "sistemati", hanno avuto la loro organizzazione, la loro istituzionalizzazione proprio in questo brevissimo lasso di tempo. Il che non vuol dire che non sussistevano altre culture, naturalmente asfittiche e represse: queste hanno assicurato all'umanità quel tanto di progresso che bene o male siamo riusciti a rimediare, e che certo non è dovuto alle oligarchie del potere politico, religioso ed economico, a quelle che sono la parte peggiore della società sia dal punto di vista morale dell'etica della specie, sia dal punto di vista mentale nella cecità di causare infinite distruzioni non necessarie rendendo addirittura difficile la sopravvivenza dell'essere umano su questo pianeta con distruzioni immani di tutti i tipi di vita e con un concetto della natura serva e dell'uomo padrone che ci porta oggi ai disastri a cui assistiamo. Con un sistema economico il quale ci insegna a preferire un mucchio di cartamoneta all'acqua potabile. E purtroppo c'è un solo tipo di economia nel mondo, non ne abbiamo due: l'illusione di credere che i paesi dell'Est fossero un'alternativa o una contrapposizione a quelli dell'Ovest è stata la grande illusione di questo secolo. In realtà il fondo dei simboli e dei modelli cui si richiamavano erano dello stesso tipo, non erano alternativi.

Io compiango particolarmente i ragazzi che vanno nelle scuole di economia e commercio o scelgono Economia all'università, perché ne escono veramente con delle idee molto pericolose, senza nessuna alternativa. A loro non si dice che c'è anche un altro tipo di cultura emergente, per ciò che riguarda l'economia, l'ecologia, la produzione e la distribuzione dei beni; se ne insegna una sola che bene o male finisce per influenzarli malamente: meglio un mucchio di carta moneta, dell'ossigeno o dell'acqua potabile, che non vengono considerati beni perché non sono commerciabili, non rientrano nelle formule matematiche dell'Economia, del tutto astratta, senza nessun rapporto con la vita della gente, con la vita dei corpi, del quotidiano. Con la vita della gente e con tutte le vite con cui viviamo in simbiosi, perché noi non possiamo vivere senza gli alberi, senza l'erba: nessun marchingegno tecnologico può sostituire l'operazione che la clorofilla fa durante la notte. Non possiamo vivere senza acqua potabile: è già diminuita del trenta per cento su questo pianeta. Però di questo non si parla. Si parla soltanto del gioco del denaro, che è un'astrazione, perché questo mucchio di carta moneta da un momento all'altro può diventare carta straccia.

Le religioni dove sono state in tutto questo periodo? Sono servite a corroborare delle situazioni storiche, degli assetti, in cui un'oligarchia s'impone a una maggioranza. Sono state gravemente complici, e addirittura promotrici di tutti i maggiori delitti contro l'umanità.

Dopo tutti questi disastri, fanno un po' d'assistenza; la popolazione indiana è passata da 400 milioni trent'anni fa a 87O milioni, grazie alle propagande delle religioni, sempre contrarie alla contraccezione e all'aborto; Teresa di Calcutta di certo non dice "bisogna cambiare, il regime, bisogna contestare i poteri", no, lei a disastro avvenuto fa un po' di assistenza conquistando un enorme potere che diversamente non avrebbe. Tutte le vicende di questi tre millenni sono sempre legate ad un apporto, una complicità, una giustificazione delle religioni. Non c'è caso di delitto contro l'umanità che non abbia visto questo, altroché carità cristiana.
ringraziamo http://www.segnalazioni.blogspot.com/

joyce lussu - una donna passionale

Intervento di Joyce Lussu a "Guerre agli infedeli", incontro d'apertura dell'Ottavo meeting anticlericale, il 23 Agosto '91.

Io non farei gran differenza tra Papa Wojtyla, Papa Roncalli o Pacelli, per me donna non è cambiato niente (1). L'atteggiamento della Chiesa, diciamo di tutte le Chiese, verso le donne non ha subito nessun mutamento, seppur mutando i linguaggi "diplomatici". A Papa Roncalli è stato chiesto una volta da un gruppo di donne che la Chiesa chiedesse perdono alle donne per la caccia alle streghe, un orrendo fenomeno durato tre secoli in tutto il mondo cristiano, sul quale i cristiani, che in quel momento si stavano scannando tra loro (nelle varie guerre di religione) si trovavano tutti d'accordo. Sul tavolo di tutti i giudici laici ed ecclesiastici del mondo cristiano si trovava il "Malleus Maleficarum", ossia quel libro ordinato da Bonifacio VIII che parla delle donne come quelle attraverso le quali il demonio si introduce nell'umanità.

Le donne dunque vanno gravemente punite perché ogni donna è passibile di introdurre il demonio. Questo ha dato luogo ad una serie di delitti contro l'umanità così gravi che veramente noi chiederemmo un po' d'analisi critica su ciò, ma le Chiese non fanno storia, perciò non esaminano i loro atteggiamenti verso, ad esempio, il colonialismo, la riduzione in schiavitù di così larghe fasce umane fatta nel segno della Santa Trinità, o quell'orrendo fenomeno che è la caccia alle streghe.

Per noi donne non è cambiato niente attraverso le varie posizioni della religione, diciamo della religione in generale, perché avrete notato che i poteri decisionali di qualsiasi religione sono maschili. Sono tutti uomini, sempre. Pare che per comunicare col Padreterno si debbano avere degli attributi anatomici maschili, diversamente questa cosa non si può fare.

Ma perché l'atteggiamento delle religioni è sempre contro la donna, e non c'è differenza tra il Dalai Lama, il Papa, l'Imam islamico o un sacerdote induista? L'atteggiamento verso le donne è costante, è un atteggiamento di disprezzo, di assoggettazione, di non riconoscimento della loro dignità umana. Perciò il difetto sta a monte, qui c'è qualcosa che non va nelle origini, non soltanto nelle applicazioni. Non è che le religioni fossero una cosa buona all'inizio, e che poi gli uomini cattivi e pieni di peccati le abbiano condotte e amministrate male. Il difetto invece sta nell'inventarsi un "Padreterno", un Padreterno che è sempre un Padre, e che immediatamente porta avanti un principio, quello dell'assoluta autorità paterna e dell'assoluta obbedienza filiale, contrabbandato da tutte le religioni come una "virtù".

Ora, noi sappiamo che l'assoluta autorità e l'assoluta obbedienza, sono il principio di tutte le dittature, principi che non è possibile democratizzare. E' ben strana nelle società moderne questa confusione mentale, per cui si cerca di combinare nella propria mente l'inconciliabile, per cui la gente da una parte va a messa e dall'altra dice che è per la democrazia, per il sistema parlamentare, per la partecipazione del cittadino, per i diritti dell'uomo. Mantenendo determinanti e potentissime all'interno della società due istituzioni che sono di per sé delle monarchie assolute, e non possono essere altro. La Chiesa e l'Esercito non possono diventare delle monarchie nemmeno costituzionali, e tantomeno avere un sistema parlamentare elettivo. Sopravvivono soltanto in quanto sono delle monarchie assolute, basate sul principio della assoluta autorità e della assoluta obbedienza. Naturalmente con la conseguenza della legittimazione del sacrificio umano.

E' utile riguardo alle religioni fare un po' di storia, ossia andare alle origini storiche. Le religioni sono dei fenomeni storici, e vanno storicamente esaminati ed anche superati. Un fenomeno storico, analizzato, si può superare ed anche delegittimare. Abbiamo, durante la storia, delegittimato il cannibalismo, l'incesto, la tortura giudiziaria, la schiavitù: il fatto che non siano più legali fa sì che ci siano dei forti movimenti che si scandalizzano quando queste cose avvengono. Pero' stranamente non abbiamo delegittimato il principio del sacrificio umano e dell'assoluta autorità paterna insito in tutte le religioni; di conseguenza non abbiamo delegittimato la guerra. La guerra è il risultato storico di questi simboli del linguaggio, di questi modelli, purtroppo ancora potenti nel mondo. La guerra contiene la tortura, il sacrificio umano, lo stupro legittimato e tante altre cose, ed è inutile delegittimarle da un lato quando poi legittimiamo l'intero fenomeno.

Il sacrificio di Isacco ci viene presentato come esemplare; sapete bene a cosa mi riferisco. Un sonetto del Belli su questo sacrificio è chiarificatore.

La religione è qualcosa di diverso dalla cultura popolare dell'animismo, che inventava immagini poetiche, fantasie, personalizzazioni di fenomeni della natura, in un rapporto costante e dialettico con la natura che faceva sì che tutte queste immagini, fantasie, personalizzazioni, fossero varie, come è l'uomo stesso e la sua vita. E comunque ciò non costituiva Potere. Una sibilla o uno sciamano non avevano Potere. Il Potere è sempre legato alla istituzione militare, queste invece erano semplicemente persone che avevano più "conoscenza", ne sapevano di più sulla realtà delle cose, sulle fantasie o sulle invenzioni, per spiegare qualcosa che diversamente sembrava inspiegabile. Ma non era Potere. La religione è un Potere. Ed è in fondo un fenomeno abbastanza recente, di qualche migliaio d'anni dopo la rivoluzione del Neolitico, ossia dopo la grande novità per l'umanità di poter selezionare le piante selvatiche per dar luogo a una agricoltura controllata, e di saper gestire l'allevamento degli animali e l'uso dei metalli.

Tutti questi fenomeni danno luogo ad un possibile "nuovo", il nuovo che si crea è quello dell'accumulazione, della possibilità di qualcuno di impadronirsi di una parte maggiore di questi beni per farne uno strumento di potere. Quando vado nelle scuole di tutti gli ordini chiedo sempre ai ragazzi: "vi hanno insegnato come si innesca una società schiavistica"? La società schiavistica è qualcosa di assolutamente innaturale: non esiste in natura. Le comunità umane, per vivere in maniera equilibrata, non avevano inventato queste forme di enorme squilibrio di potere e d'accumulazione che danno luogo alla società schiavistica. Ma queste oligarchie riescono ad affermarsi sulle maggioranze, creando il fenomeno estremamente squilibrato di un minor numero che s'impone ad un maggior numero, il che evidentemente non è nelle leggi di natura e crea degli squilibri. Così sorge l'istituzione militare, che prende avvio con le società schiavistiche, per proteggere questo enorme squilibrio messo in pericolo dal fatto che i subordinati sono tanti, e quelli che comandano sono così pochi. Perciò si crea il professionismo del militare, della violenza organizzata, e questa è una grande svolta, abbastanza recente rispetto ai tempi storici. Ma il monopolio della violenza non basta per far sì che una maggioranza si adatti ai lavori forzati, a farsi estorcere tutti i prodotti, a vivere in condizioni certamente molto disagiate, e in più nella paura continua di un "castigo", cosa quanto mai espropriante. Lo spaventato è manipolabile, e spaventarlo con la possibilità di ricorrere alla violenza fisica, non è sufficiente per creare una espropriazione duratura.

Ci vuole anche il terrorismo psicologico. E allora assieme all'istituzione militare sorgono le religioni, ossia il concetto di un superpadrone, che è mandato dalla metafisica, cioè oltre la natura, al di là della nostra dimensione. Chiaramente, essendo al di là della nostra dimensione, ci puoi mettere quel che vuoi e inventarlo come ti pare: non ci sono controlli, verifiche, possibilità di riportarlo ad una dimensione umana. Il Mistero è l'assoluto Potere. Sorgono insieme questi due aspetti delle società oligarchiche e squilibrate che prendono la prima forma di società schiavistica. Da un lato il professionalismo e la continuità della violenza organizzata, dall'altra il terrorismo psicologico dato dall'invenzione di un Superpotere, di cui le oligarchie si autonominano rappresentanti, mettendo sulla loro testa, oltre al potere economico, militare, sociale, anche un superpotere misterioso, onnipotente, terrificante.

La religione ha sempre questa caratteristica di inventarsi un superpotere, al di là della nostra dimensione, assolutamente inventato e manipolabile, che penetra nelle coscienze di queste maggioranze continuamente spaventate, aggravando la loro espropriazione, la loro impossibilità di crescere, di conquistarsi una loro autonomia e dignità.

Le religioni iniziano col divinizzare quello che è il supremo capo della società, poi dilagano nell'impensabile e nell'infinito creando al di sopra delle nostre teste, della nostra vita, della nostra comprensione possibile, dei superpoteri a cui non si può resistere.

Nel mondo antico, sussistono accanto alle divinizzazioni anche degli spazi per un residuo di culture popolari, animistiche. Poi, dal sesto secolo avanti Cristo suppergiù, sino a epoche veramente recenti, appaiono le grandi religioni. Noi, qui, da queste parti del mondo abbiamo a che fare con l'insorgere d'una religione monoteista, strettamente verticistica, con un potere assoluto che è raccolto in un solo simbolo, senza niente accanto, e che ha sull'umanità questo potere, terrificante perché è soprattutto un potere punitivo. Se tu mi preghi, va bene, ti lascio campare, se tu non mi preghi ti distruggo.

Anche durante la guerra del Golfo, ciascuno pregava il suo particolare Dio, perché chiaramente tutti questi dei che ci sono nel mondo non si possono mai mettere d'accordo, fare un "sindacato" e dire "mo', vediamo un po'". Perché ciascuno deve dichiarare di se stesso che è unico, che è quello vero, e che gli altri sono finti e delinquenti. Qui sta la legittimazione della distruzione di chi non riconosce il vero Dio, che va pregato.

Durante la guerra del Golfo, vedevamo Bush che si precipitava nella chiesa episcopale, la Thatcher in quella anglicana, Saddam Hussein nella moschea, Shamir nella sinagoga: tutti pregavano il loro Dio di cosa? E cos'è questo Dio che si fa pregare? Se egli avesse il potere di far cessare un macello perché non lo fa subito senza farsi pregare? Cos'è questa preghiera? "Ah, se mi preghi abbastanza forse lo faccio, ma poi se non mi va non lo faccio". Mi ricordo le preghiere d'una signora, moglie d'un notabile cattolico democristiano, durante la guerra. Una brava donna, simpatica, che una mattina arriva da me tutta felice e dice "il Signore ha ascoltato le mie preghiere". Perché era stato bombardato un quartiere di Roma quella notte, e la bomba, invece di cadere sulla sua casa era caduta accanto. Poi ho saputo che era caduta su un asilo di bambini alle ore nove del mattino, ammazzando trenta bambini. Questa signora ringraziava il Signore perché aveva fatto la grazia a lei, e non l'aveva fatta cadere sulla sua casa. Questo è il pregare. Pregare è chiedere una grazia per te o per il tuo clan o per i tuoi simili ma certamente non per tutti, perché evidentemente ciò non sarebbe possibile.

Le religioni inoculano questi principi estremamente gravi per i processi d'incivilimento della specie umana e per il suo rapporto con la natura: il fatto che ci sia un potere assoluto, che non si discute, paterno e maschile (le donne non c'entrano), e che in nome di questo potere si abbia il diritto di sacrificare coloro i quali si oppongono. E' la legittimazione del sacrificio umano. Leggendo il Vecchio Testamento si vede ciò. La strage dei Madianiti, Mosè che dice "andate a distruggere i Madianiti che non riconoscono il vero Dio e meritano di essere eliminati dalla faccia della terra". Quelli partono, vanno e ammazzano quasi tutti, poi tornano e dicono "abbiamo risparmiato qualche neonato e qualche vergine perché ci sembrava che in fondo le distruzioni fossero sufficienti", e Mosè dice "no, ritornate, ammazzate fino all'ultimo neonato, fino all'ultima vergine, perché la razza dei Madianiti deve essere eliminata dalla faccia della terra perché non riconosce il vero Dio".

Ero a Marsiglia nel '42, un anno molto buio, pareva proprio che il nazismo con tutti i suoi alleati potesse predominare il mondo; noi dimentichiamo spesso che il nazismo non era una malattia particolare del popolo tedesco, una patologia episodica e strana, ma una conseguenza logica dei principi e dei simboli della civiltà occidentale; infatti Hitler aveva moltissime complicità, pensate che tutti i governi cattolici negli anni '30 erano filonazisti, che il discorso più infiammato di esaltazione del nazismo ("finalmente abbiamo un baluardo che difende il mondo cristiano e occidentale dalla barbarie che viene dall'Est"), fu pronunziato da Pacelli, allora nunzio apostolico a Budapest, quando Hitler, nel Gennaio del '33, andò al potere. Non solo, i cattolici irlandesi, preparavano i punti di sbarco per i nazisti in Inghilterra; ora, la Thatcher non è un granché ma sempre un po' meglio di Hitler.

Tutti i movimenti islamici erano filonazisti, in odio a Francia e Inghilterra che col loro colonialismo efferato avevano creato tali stragi e tali orrori nel Medio Oriente e in altre parti del mondo. La Turchia era filonazista come Stato, ma lo erano anche tutti i movimenti dalla Siria al Marocco, persino i palestinesi.

D'altra parte le grandi potenze colonialiste, tipo Francia e Inghilterra, che si battevano contro il nazismo, e come oggi parlavano di diritti dell'uomo, in realtà lo facevano per difendere degli imperi coloniali ancora vastissimi, e se la prendevano con Hitler soprattutto perché faceva nel cuore dell'europa quello che loro avevano fatto da tre secoli negli altri continenti.

Queste potenze colonialiste che si dichiaravano contro Hitler, in realtà partecipavano degli stessi simboli, degli stessi modelli, degli stessi principi. A Marsiglia incontrai un vecchio ebreo, che veniva dalla Polonia (era molto provato), che mi diceva "i miei correligionari si dimenticano di rileggere -Mein Kampf-, perché vi troverebbero dentro tutto il Vecchio Testamento". Infatti, dal sacrificio d'Isacco, alla strage dei Madianiti, dalla razza eletta al Dio degli Eserciti, c'è praticamente tutto. Sembra che -Mein Kampf- (ora ci sono anche le prove di questo) dato che Hitler non era molto versato nelle lettere, sia stato scritto in collaborazione con un frate cappuccino bavarese.

Allora, dobbiamo andare a fondo in queste cose, conquistare un minimo di coerenza; non possiamo fare abitare nella nostra mente dei principi inconciliabili. Quando vado nelle scuole, spiego ai ragazzi che fare la cresima o la comunione non è una cosa innocente: è una complicità con le stragi degli Indios in Amazzonia. Non è difficile dimostrarlo.

In questo mondo, ormai tutto "effervescente" grazie ai mass media, all'aumento enorme dell'informazione e della comunicazione che c'è,... nel mondo tutto in fermento su quelli che sono stati simboli e modelli indiscussi per tanto tempo, e che adesso vengono messi in discussione, bisogna cercare di conquistare un minimo di coerenza nel nostro modo di pensare e di agire.

Come donna devo dire che c'è un bel po' da fare, perché la complicità dei vari poteri e delle varie culture con un lungo assoggettamento che poi ha avuto nella caccia alle streghe il suo momento più efficiente, non è che sia del tutto cancellata o che sia diventata molto diversa. Basta accendere la televisione per vedere schieramenti di maschi, che decidono delle nostre sorti dal punto di vista militare, politico, economico. Se c'è una donna presente, è sempre stata prescelta dai maschi e non rappresenta certo le donne rimaste nelle case e per le strade, ma solamente l'accettazione d'un modello maschile dato che altro mezzo non c'è per arrivare al potere.

Allora riflettiamo su quella che è stata l'azione di tutte le religioni in questi tre ultimi millenni, perché in realtà questi fenomeni si sono "sistemati", hanno avuto la loro organizzazione, la loro istituzionalizzazione proprio in questo brevissimo lasso di tempo. Il che non vuol dire che non sussistevano altre culture, naturalmente asfittiche e represse: queste hanno assicurato all'umanità quel tanto di progresso che bene o male siamo riusciti a rimediare, e che certo non è dovuto alle oligarchie del potere politico, religioso ed economico, a quelle che sono la parte peggiore della società sia dal punto di vista morale dell'etica della specie, sia dal punto di vista mentale nella cecità di causare infinite distruzioni non necessarie rendendo addirittura difficile la sopravvivenza dell'essere umano su questo pianeta con distruzioni immani di tutti i tipi di vita e con un concetto della natura serva e dell'uomo padrone che ci porta oggi ai disastri a cui assistiamo. Con un sistema economico il quale ci insegna a preferire un mucchio di cartamoneta all'acqua potabile. E purtroppo c'è un solo tipo di economia nel mondo, non ne abbiamo due: l'illusione di credere che i paesi dell'Est fossero un'alternativa o una contrapposizione a quelli dell'Ovest è stata la grande illusione di questo secolo. In realtà il fondo dei simboli e dei modelli cui si richiamavano erano dello stesso tipo, non erano alternativi.

Io compiango particolarmente i ragazzi che vanno nelle scuole di economia e commercio o scelgono Economia all'università, perché ne escono veramente con delle idee molto pericolose, senza nessuna alternativa. A loro non si dice che c'è anche un altro tipo di cultura emergente, per ciò che riguarda l'economia, l'ecologia, la produzione e la distribuzione dei beni; se ne insegna una sola che bene o male finisce per influenzarli malamente: meglio un mucchio di carta moneta, dell'ossigeno o dell'acqua potabile, che non vengono considerati beni perché non sono commerciabili, non rientrano nelle formule matematiche dell'Economia, del tutto astratta, senza nessun rapporto con la vita della gente, con la vita dei corpi, del quotidiano. Con la vita della gente e con tutte le vite con cui viviamo in simbiosi, perché noi non possiamo vivere senza gli alberi, senza l'erba: nessun marchingegno tecnologico può sostituire l'operazione che la clorofilla fa durante la notte. Non possiamo vivere senza acqua potabile: è già diminuita del trenta per cento su questo pianeta. Però di questo non si parla. Si parla soltanto del gioco del denaro, che è un'astrazione, perché questo mucchio di carta moneta da un momento all'altro può diventare carta straccia.

Le religioni dove sono state in tutto questo periodo? Sono servite a corroborare delle situazioni storiche, degli assetti, in cui un'oligarchia s'impone a una maggioranza. Sono state gravemente complici, e addirittura promotrici di tutti i maggiori delitti contro l'umanità.

Dopo tutti questi disastri, fanno un po' d'assistenza; la popolazione indiana è passata da 400 milioni trent'anni fa a 87O milioni, grazie alle propagande delle religioni, sempre contrarie alla contraccezione e all'aborto; Teresa di Calcutta di certo non dice "bisogna cambiare, il regime, bisogna contestare i poteri", no, lei a disastro avvenuto fa un po' di assistenza conquistando un enorme potere che diversamente non avrebbe. Tutte le vicende di questi tre millenni sono sempre legate ad un apporto, una complicità, una giustificazione delle religioni. Non c'è caso di delitto contro l'umanità che non abbia visto questo, altroché carità cristiana.

Ci vuole anche il terrorismo psicologico. E allora assieme all'istituzione militare sorgono le religioni, ossia il concetto di un superpadrone, che è mandato dalla metafisica, cioè oltre la natura, al di là della nostra dimensione. Chiaramente, essendo al di là della nostra dimensione, ci puoi mettere quel che vuoi e inventarlo come ti pare: non ci sono controlli, verifiche, possibilità di riportarlo ad una dimensione umana. Il Mistero è l'assoluto Potere. Sorgono insieme questi due aspetti delle società oligarchiche e squilibrate che prendono la prima forma di società schiavistica. Da un lato il professionalismo e la continuità della violenza organizzata, dall'altra il terrorismo psicologico dato dall'invenzione di un Superpotere, di cui le oligarchie si autonominano rappresentanti, mettendo sulla loro testa, oltre al potere economico, militare, sociale, anche un superpotere misterioso, onnipotente, terrificante.

La religione ha sempre questa caratteristica di inventarsi un superpotere, al di là della nostra dimensione, assolutamente inventato e manipolabile, che penetra nelle coscienze di queste maggioranze continuamente spaventate, aggravando la loro espropriazione, la loro impossibilità di crescere, di conquistarsi una loro autonomia e dignità.

Le religioni iniziano col divinizzare quello che è il supremo capo della società, poi dilagano nell'impensabile e nell'infinito creando al di sopra delle nostre teste, della nostra vita, della nostra comprensione possibile, dei superpoteri a cui non si può resistere.

Nel mondo antico, sussistono accanto alle divinizzazioni anche degli spazi per un residuo di culture popolari, animistiche. Poi, dal sesto secolo avanti Cristo suppergiù, sino a epoche veramente recenti, appaiono le grandi religioni. Noi, qui, da queste parti del mondo abbiamo a che fare con l'insorgere d'una religione monoteista, strettamente verticistica, con un potere assoluto che è raccolto in un solo simbolo, senza niente accanto, e che ha sull'umanità questo potere, terrificante perché è soprattutto un potere punitivo. Se tu mi preghi, va bene, ti lascio campare, se tu non mi preghi ti distruggo.

Anche durante la guerra del Golfo, ciascuno pregava il suo particolare Dio, perché chiaramente tutti questi dei che ci sono nel mondo non si possono mai mettere d'accordo, fare un "sindacato" e dire "mo', vediamo un po'". Perché ciascuno deve dichiarare di se stesso che è unico, che è quello vero, e che gli altri sono finti e delinquenti. Qui sta la legittimazione della distruzione di chi non riconosce il vero Dio, che va pregato.

Durante la guerra del Golfo, vedevamo Bush che si precipitava nella chiesa episcopale, la Thatcher in quella anglicana, Saddam Hussein nella moschea, Shamir nella sinagoga: tutti pregavano il loro Dio di cosa? E cos'è questo Dio che si fa pregare? Se egli avesse il potere di far cessare un macello perché non lo fa subito senza farsi pregare? Cos'è questa preghiera? "Ah, se mi preghi abbastanza forse lo faccio, ma poi se non mi va non lo faccio". Mi ricordo le preghiere d'una signora, moglie d'un notabile cattolico democristiano, durante la guerra. Una brava donna, simpatica, che una mattina arriva da me tutta felice e dice "il Signore ha ascoltato le mie preghiere". Perché era stato bombardato un quartiere di Roma quella notte, e la bomba, invece di cadere sulla sua casa era caduta accanto. Poi ho saputo che era caduta su un asilo di bambini alle ore nove del mattino, ammazzando trenta bambini. Questa signora ringraziava il Signore perché aveva fatto la grazia a lei, e non l'aveva fatta cadere sulla sua casa. Questo è il pregare. Pregare è chiedere una grazia per te o per il tuo clan o per i tuoi simili ma certamente non per tutti, perché evidentemente ciò non sarebbe possibile.

Le religioni inoculano questi principi estremamente gravi per i processi d'incivilimento della specie umana e per il suo rapporto con la natura: il fatto che ci sia un potere assoluto, che non si discute, paterno e maschile (le donne non c'entrano), e che in nome di questo potere si abbia il diritto di sacrificare coloro i quali si oppongono. E' la legittimazione del sacrificio umano. Leggendo il Vecchio Testamento si vede ciò. La strage dei Madianiti, Mosè che dice "andate a distruggere i Madianiti che non riconoscono il vero Dio e meritano di essere eliminati dalla faccia della terra". Quelli partono, vanno e ammazzano quasi tutti, poi tornano e dicono "abbiamo risparmiato qualche neonato e qualche vergine perché ci sembrava che in fondo le distruzioni fossero sufficienti", e Mosè dice "no, ritornate, ammazzate fino all'ultimo neonato, fino all'ultima vergine, perché la razza dei Madianiti deve essere eliminata dalla faccia della terra perché non riconosce il vero Dio".

Ero a Marsiglia nel '42, un anno molto buio, pareva proprio che il nazismo con tutti i suoi alleati potesse predominare il mondo; noi dimentichiamo spesso che il nazismo non era una malattia particolare del popolo tedesco, una patologia episodica e strana, ma una conseguenza logica dei principi e dei simboli della civiltà occidentale; infatti Hitler aveva moltissime complicità, pensate che tutti i governi cattolici negli anni '30 erano filonazisti, che il discorso più infiammato di esaltazione del nazismo ("finalmente abbiamo un baluardo che difende il mondo cristiano e occidentale dalla barbarie che viene dall'Est"), fu pronunziato da Pacelli, allora nunzio apostolico a Budapest, quando Hitler, nel Gennaio del '33, andò al potere. Non solo, i cattolici irlandesi, preparavano i punti di sbarco per i nazisti in Inghilterra; ora, la Thatcher non è un granché ma sempre un po' meglio di Hitler.

Tutti i movimenti islamici erano filonazisti, in odio a Francia e Inghilterra che col loro colonialismo efferato avevano creato tali stragi e tali orrori nel Medio Oriente e in altre parti del mondo. La Turchia era filonazista come Stato, ma lo erano anche tutti i movimenti dalla Siria al Marocco, persino i palestinesi.

D'altra parte le grandi potenze colonialiste, tipo Francia e Inghilterra, che si battevano contro il nazismo, e come oggi parlavano di diritti dell'uomo, in realtà lo facevano per difendere degli imperi coloniali ancora vastissimi, e se la prendevano con Hitler soprattutto perché faceva nel cuore dell'europa quello che loro avevano fatto da tre secoli negli altri continenti.

Queste potenze colonialiste che si dichiaravano contro Hitler, in realtà partecipavano degli stessi simboli, degli stessi modelli, degli stessi principi. A Marsiglia incontrai un vecchio ebreo, che veniva dalla Polonia (era molto provato), che mi diceva "i miei correligionari si dimenticano di rileggere -Mein Kampf-, perché vi troverebbero dentro tutto il Vecchio Testamento". Infatti, dal sacrificio d'Isacco, alla strage dei Madianiti, dalla razza eletta al Dio degli Eserciti, c'è praticamente tutto. Sembra che -Mein Kampf- (ora ci sono anche le prove di questo) dato che Hitler non era molto versato nelle lettere, sia stato scritto in collaborazione con un frate cappuccino bavarese.

Allora, dobbiamo andare a fondo in queste cose, conquistare un minimo di coerenza; non possiamo fare abitare nella nostra mente dei principi inconciliabili. Quando vado nelle scuole, spiego ai ragazzi che fare la cresima o la comunione non è una cosa innocente: è una complicità con le stragi degli Indios in Amazzonia. Non è difficile dimostrarlo.

In questo mondo, ormai tutto "effervescente" grazie ai mass media, all'aumento enorme dell'informazione e della comunicazione che c'è,... nel mondo tutto in fermento su quelli che sono stati simboli e modelli indiscussi per tanto tempo, e che adesso vengono messi in discussione, bisogna cercare di conquistare un minimo di coerenza nel nostro modo di pensare e di agire.

Come donna devo dire che c'è un bel po' da fare, perché la complicità dei vari poteri e delle varie culture con un lungo assoggettamento che poi ha avuto nella caccia alle streghe il suo momento più efficiente, non è che sia del tutto cancellata o che sia diventata molto diversa. Basta accendere la televisione per vedere schieramenti di maschi, che decidono delle nostre sorti dal punto di vista militare, politico, economico. Se c'è una donna presente, è sempre stata prescelta dai maschi e non rappresenta certo le donne rimaste nelle case e per le strade, ma solamente l'accettazione d'un modello maschile dato che altro mezzo non c'è per arrivare al potere.

Allora riflettiamo su quella che è stata l'azione di tutte le religioni in questi tre ultimi millenni, perché in realtà questi fenomeni si sono "sistemati", hanno avuto la loro organizzazione, la loro istituzionalizzazione proprio in questo brevissimo lasso di tempo. Il che non vuol dire che non sussistevano altre culture, naturalmente asfittiche e represse: queste hanno assicurato all'umanità quel tanto di progresso che bene o male siamo riusciti a rimediare, e che certo non è dovuto alle oligarchie del potere politico, religioso ed economico, a quelle che sono la parte peggiore della società sia dal punto di vista morale dell'etica della specie, sia dal punto di vista mentale nella cecità di causare infinite distruzioni non necessarie rendendo addirittura difficile la sopravvivenza dell'essere umano su questo pianeta con distruzioni immani di tutti i tipi di vita e con un concetto della natura serva e dell'uomo padrone che ci porta oggi ai disastri a cui assistiamo. Con un sistema economico il quale ci insegna a preferire un mucchio di cartamoneta all'acqua potabile. E purtroppo c'è un solo tipo di economia nel mondo, non ne abbiamo due: l'illusione di credere che i paesi dell'Est fossero un'alternativa o una contrapposizione a quelli dell'Ovest è stata la grande illusione di questo secolo. In realtà il fondo dei simboli e dei modelli cui si richiamavano erano dello stesso tipo, non erano alternativi.

Io compiango particolarmente i ragazzi che vanno nelle scuole di economia e commercio o scelgono Economia all'università, perché ne escono veramente con delle idee molto pericolose, senza nessuna alternativa. A loro non si dice che c'è anche un altro tipo di cultura emergente, per ciò che riguarda l'economia, l'ecologia, la produzione e la distribuzione dei beni; se ne insegna una sola che bene o male finisce per influenzarli malamente: meglio un mucchio di carta moneta, dell'ossigeno o dell'acqua potabile, che non vengono considerati beni perché non sono commerciabili, non rientrano nelle formule matematiche dell'Economia, del tutto astratta, senza nessun rapporto con la vita della gente, con la vita dei corpi, del quotidiano. Con la vita della gente e con tutte le vite con cui viviamo in simbiosi, perché noi non possiamo vivere senza gli alberi, senza l'erba: nessun marchingegno tecnologico può sostituire l'operazione che la clorofilla fa durante la notte. Non possiamo vivere senza acqua potabile: è già diminuita del trenta per cento su questo pianeta. Però di questo non si parla. Si parla soltanto del gioco del denaro, che è un'astrazione, perché questo mucchio di carta moneta da un momento all'altro può diventare carta straccia.

Le religioni dove sono state in tutto questo periodo? Sono servite a corroborare delle situazioni storiche, degli assetti, in cui un'oligarchia s'impone a una maggioranza. Sono state gravemente complici, e addirittura promotrici di tutti i maggiori delitti contro l'umanità.

Dopo tutti questi disastri, fanno un po' d'assistenza; la popolazione indiana è passata da 400 milioni trent'anni fa a 87O milioni, grazie alle propagande delle religioni, sempre contrarie alla contraccezione e all'aborto; Teresa di Calcutta di certo non dice "bisogna cambiare, il regime, bisogna contestare i poteri", no, lei a disastro avvenuto fa un po' di assistenza conquistando un enorme potere che diversamente non avrebbe. Tutte le vicende di questi tre millenni sono sempre legate ad un apporto, una complicità, una giustificazione delle religioni. Non c'è caso di delitto contro l'umanità che non abbia visto questo, altroché carità cristiana.
Ci vuole anche il terrorismo psicologico. E allora assieme all'istituzione militare sorgono le religioni, ossia il concetto di un superpadrone, che è mandato dalla metafisica, cioè oltre la natura, al di là della nostra dimensione. Chiaramente, essendo al di là della nostra dimensione, ci puoi mettere quel che vuoi e inventarlo come ti pare: non ci sono controlli, verifiche, possibilità di riportarlo ad una dimensione umana. Il Mistero è l'assoluto Potere. Sorgono insieme questi due aspetti delle società oligarchiche e squilibrate che prendono la prima forma di società schiavistica. Da un lato il professionalismo e la continuità della violenza organizzata, dall'altra il terrorismo psicologico dato dall'invenzione di un Superpotere, di cui le oligarchie si autonominano rappresentanti, mettendo sulla loro testa, oltre al potere economico, militare, sociale, anche un superpotere misterioso, onnipotente, terrificante.

La religione ha sempre questa caratteristica di inventarsi un superpotere, al di là della nostra dimensione, assolutamente inventato e manipolabile, che penetra nelle coscienze di queste maggioranze continuamente spaventate, aggravando la loro espropriazione, la loro impossibilità di crescere, di conquistarsi una loro autonomia e dignità.

Le religioni iniziano col divinizzare quello che è il supremo capo della società, poi dilagano nell'impensabile e nell'infinito creando al di sopra delle nostre teste, della nostra vita, della nostra comprensione possibile, dei superpoteri a cui non si può resistere.

Nel mondo antico, sussistono accanto alle divinizzazioni anche degli spazi per un residuo di culture popolari, animistiche. Poi, dal sesto secolo avanti Cristo suppergiù, sino a epoche veramente recenti, appaiono le grandi religioni. Noi, qui, da queste parti del mondo abbiamo a che fare con l'insorgere d'una religione monoteista, strettamente verticistica, con un potere assoluto che è raccolto in un solo simbolo, senza niente accanto, e che ha sull'umanità questo potere, terrificante perché è soprattutto un potere punitivo. Se tu mi preghi, va bene, ti lascio campare, se tu non mi preghi ti distruggo.

Anche durante la guerra del Golfo, ciascuno pregava il suo particolare Dio, perché chiaramente tutti questi dei che ci sono nel mondo non si possono mai mettere d'accordo, fare un "sindacato" e dire "mo', vediamo un po'". Perché ciascuno deve dichiarare di se stesso che è unico, che è quello vero, e che gli altri sono finti e delinquenti. Qui sta la legittimazione della distruzione di chi non riconosce il vero Dio, che va pregato.

Durante la guerra del Golfo, vedevamo Bush che si precipitava nella chiesa episcopale, la Thatcher in quella anglicana, Saddam Hussein nella moschea, Shamir nella sinagoga: tutti pregavano il loro Dio di cosa? E cos'è questo Dio che si fa pregare? Se egli avesse il potere di far cessare un macello perché non lo fa subito senza farsi pregare? Cos'è questa preghiera? "Ah, se mi preghi abbastanza forse lo faccio, ma poi se non mi va non lo faccio". Mi ricordo le preghiere d'una signora, moglie d'un notabile cattolico democristiano, durante la guerra. Una brava donna, simpatica, che una mattina arriva da me tutta felice e dice "il Signore ha ascoltato le mie preghiere". Perché era stato bombardato un quartiere di Roma quella notte, e la bomba, invece di cadere sulla sua casa era caduta accanto. Poi ho saputo che era caduta su un asilo di bambini alle ore nove del mattino, ammazzando trenta bambini. Questa signora ringraziava il Signore perché aveva fatto la grazia a lei, e non l'aveva fatta cadere sulla sua casa. Questo è il pregare. Pregare è chiedere una grazia per te o per il tuo clan o per i tuoi simili ma certamente non per tutti, perché evidentemente ciò non sarebbe possibile.

Le religioni inoculano questi principi estremamente gravi per i processi d'incivilimento della specie umana e per il suo rapporto con la natura: il fatto che ci sia un potere assoluto, che non si discute, paterno e maschile (le donne non c'entrano), e che in nome di questo potere si abbia il diritto di sacrificare coloro i quali si oppongono. E' la legittimazione del sacrificio umano. Leggendo il Vecchio Testamento si vede ciò. La strage dei Madianiti, Mosè che dice "andate a distruggere i Madianiti che non riconoscono il vero Dio e meritano di essere eliminati dalla faccia della terra". Quelli partono, vanno e ammazzano quasi tutti, poi tornano e dicono "abbiamo risparmiato qualche neonato e qualche vergine perché ci sembrava che in fondo le distruzioni fossero sufficienti", e Mosè dice "no, ritornate, ammazzate fino all'ultimo neonato, fino all'ultima vergine, perché la razza dei Madianiti deve essere eliminata dalla faccia della terra perché non riconosce il vero Dio".

Ero a Marsiglia nel '42, un anno molto buio, pareva proprio che il nazismo con tutti i suoi alleati potesse predominare il mondo; noi dimentichiamo spesso che il nazismo non era una malattia particolare del popolo tedesco, una patologia episodica e strana, ma una conseguenza logica dei principi e dei simboli della civiltà occidentale; infatti Hitler aveva moltissime complicità, pensate che tutti i governi cattolici negli anni '30 erano filonazisti, che il discorso più infiammato di esaltazione del nazismo ("finalmente abbiamo un baluardo che difende il mondo cristiano e occidentale dalla barbarie che viene dall'Est"), fu pronunziato da Pacelli, allora nunzio apostolico a Budapest, quando Hitler, nel Gennaio del '33, andò al potere. Non solo, i cattolici irlandesi, preparavano i punti di sbarco per i nazisti in Inghilterra; ora, la Thatcher non è un granché ma sempre un po' meglio di Hitler.

Tutti i movimenti islamici erano filonazisti, in odio a Francia e Inghilterra che col loro colonialismo efferato avevano creato tali stragi e tali orrori nel Medio Oriente e in altre parti del mondo. La Turchia era filonazista come Stato, ma lo erano anche tutti i movimenti dalla Siria al Marocco, persino i palestinesi.

D'altra parte le grandi potenze colonialiste, tipo Francia e Inghilterra, che si battevano contro il nazismo, e come oggi parlavano di diritti dell'uomo, in realtà lo facevano per difendere degli imperi coloniali ancora vastissimi, e se la prendevano con Hitler soprattutto perché faceva nel cuore dell'europa quello che loro avevano fatto da tre secoli negli altri continenti.

Queste potenze colonialiste che si dichiaravano contro Hitler, in realtà partecipavano degli stessi simboli, degli stessi modelli, degli stessi principi. A Marsiglia incontrai un vecchio ebreo, che veniva dalla Polonia (era molto provato), che mi diceva "i miei correligionari si dimenticano di rileggere -Mein Kampf-, perché vi troverebbero dentro tutto il Vecchio Testamento". Infatti, dal sacrificio d'Isacco, alla strage dei Madianiti, dalla razza eletta al Dio degli Eserciti, c'è praticamente tutto. Sembra che -Mein Kampf- (ora ci sono anche le prove di questo) dato che Hitler non era molto versato nelle lettere, sia stato scritto in collaborazione con un frate cappuccino bavarese.

Allora, dobbiamo andare a fondo in queste cose, conquistare un minimo di coerenza; non possiamo fare abitare nella nostra mente dei principi inconciliabili. Quando vado nelle scuole, spiego ai ragazzi che fare la cresima o la comunione non è una cosa innocente: è una complicità con le stragi degli Indios in Amazzonia. Non è difficile dimostrarlo.

In questo mondo, ormai tutto "effervescente" grazie ai mass media, all'aumento enorme dell'informazione e della comunicazione che c'è,... nel mondo tutto in fermento su quelli che sono stati simboli e modelli indiscussi per tanto tempo, e che adesso vengono messi in discussione, bisogna cercare di conquistare un minimo di coerenza nel nostro modo di pensare e di agire.

Come donna devo dire che c'è un bel po' da fare, perché la complicità dei vari poteri e delle varie culture con un lungo assoggettamento che poi ha avuto nella caccia alle streghe il suo momento più efficiente, non è che sia del tutto cancellata o che sia diventata molto diversa. Basta accendere la televisione per vedere schieramenti di maschi, che decidono delle nostre sorti dal punto di vista militare, politico, economico. Se c'è una donna presente, è sempre stata prescelta dai maschi e non rappresenta certo le donne rimaste nelle case e per le strade, ma solamente l'accettazione d'un modello maschile dato che altro mezzo non c'è per arrivare al potere.

Allora riflettiamo su quella che è stata l'azione di tutte le religioni in questi tre ultimi millenni, perché in realtà questi fenomeni si sono "sistemati", hanno avuto la loro organizzazione, la loro istituzionalizzazione proprio in questo brevissimo lasso di tempo. Il che non vuol dire che non sussistevano altre culture, naturalmente asfittiche e represse: queste hanno assicurato all'umanità quel tanto di progresso che bene o male siamo riusciti a rimediare, e che certo non è dovuto alle oligarchie del potere politico, religioso ed economico, a quelle che sono la parte peggiore della società sia dal punto di vista morale dell'etica della specie, sia dal punto di vista mentale nella cecità di causare infinite distruzioni non necessarie rendendo addirittura difficile la sopravvivenza dell'essere umano su questo pianeta con distruzioni immani di tutti i tipi di vita e con un concetto della natura serva e dell'uomo padrone che ci porta oggi ai disastri a cui assistiamo. Con un sistema economico il quale ci insegna a preferire un mucchio di cartamoneta all'acqua potabile. E purtroppo c'è un solo tipo di economia nel mondo, non ne abbiamo due: l'illusione di credere che i paesi dell'Est fossero un'alternativa o una contrapposizione a quelli dell'Ovest è stata la grande illusione di questo secolo. In realtà il fondo dei simboli e dei modelli cui si richiamavano erano dello stesso tipo, non erano alternativi.

Io compiango particolarmente i ragazzi che vanno nelle scuole di economia e commercio o scelgono Economia all'università, perché ne escono veramente con delle idee molto pericolose, senza nessuna alternativa. A loro non si dice che c'è anche un altro tipo di cultura emergente, per ciò che riguarda l'economia, l'ecologia, la produzione e la distribuzione dei beni; se ne insegna una sola che bene o male finisce per influenzarli malamente: meglio un mucchio di carta moneta, dell'ossigeno o dell'acqua potabile, che non vengono considerati beni perché non sono commerciabili, non rientrano nelle formule matematiche dell'Economia, del tutto astratta, senza nessun rapporto con la vita della gente, con la vita dei corpi, del quotidiano. Con la vita della gente e con tutte le vite con cui viviamo in simbiosi, perché noi non possiamo vivere senza gli alberi, senza l'erba: nessun marchingegno tecnologico può sostituire l'operazione che la clorofilla fa durante la notte. Non possiamo vivere senza acqua potabile: è già diminuita del trenta per cento su questo pianeta. Però di questo non si parla. Si parla soltanto del gioco del denaro, che è un'astrazione, perché questo mucchio di carta moneta da un momento all'altro può diventare carta straccia.

Le religioni dove sono state in tutto questo periodo? Sono servite a corroborare delle situazioni storiche, degli assetti, in cui un'oligarchia s'impone a una maggioranza. Sono state gravemente complici, e addirittura promotrici di tutti i maggiori delitti contro l'umanità.

Dopo tutti questi disastri, fanno un po' d'assistenza; la popolazione indiana è passata da 400 milioni trent'anni fa a 87O milioni, grazie alle propagande delle religioni, sempre contrarie alla contraccezione e all'aborto; Teresa di Calcutta di certo non dice "bisogna cambiare, il regime, bisogna contestare i poteri", no, lei a disastro avvenuto fa un po' di assistenza conquistando un enorme potere che diversamente non avrebbe. Tutte le vicende di questi tre millenni sono sempre legate ad un apporto, una complicità, una giustificazione delle religioni. Non c'è caso di delitto contro l'umanità che non abbia visto questo, altroché carità cristiana.
prima parte